Io, Gesù e Carmelo!

27.01.2022

Come faccio a presentare una persona?

Per prima cosa mi avvicino, mi rivolgo al conoscente al quale devo presentare il mio amico e dico: <<"Ciao Gesù, ti presento Carmelo, lui è il mio amico del cuore!>>.

I due si stringono la mano, scambiandosi parole di cortesia e gentilezza, gratitudine e piacere reciproco.

Poi mi rivolgo verso Carmelo e gli dico: <<"Carmelo, Gesù vuole conoscerti, ma non vuole sapere da te cose razionali o statistiche, ma vuole ascoltare la voce sincera del tuo cuore palpitante, pulsante!">>.

Allora il cuore di Carmelo improvvisamente si dilata, si espande. L'anima rimane sorpresa da questa repentina presa di posizione del cuore, e si accorda all'unisono con i sentimenti prodotti dall'organo cardiaco. Ecco l'organo di senso.

L'anima e cuore diventano amanti, disarmanti, perfettamente accordati come se fossero campioni olimpionici di nuoto sincronizzato.

Chi sono io? Perché sono quello che sono? Come mi potrei descrivere se mi dovessi presentare al pubblico? Quale parte di me potrei evidenziare in particolare?

Sono un essere umano di sesso maschile, alto 183 per tot kg, nato in città e in tal dei tali anno. Ultimo di tre fratelli, i miei genitori si chiamano Pietro e Lucia. Cattolico praticante, lavoro nella Polizia di Stato dal 1998...

Potrei continuare scrivendo due o tre pagine, fitte fitte e intrise di formalità ed etichette, ma alla fine delle quali non avrei detto ancora nulla di particolare, nulla che avesse a che fare con me, con le mie emozioni, con il mio Sé Superiore e più intimo.   


Sensibile, empatico, tendenzialmente onesto, idealista, romantico. Tante le battaglie sindacali intraprese nel campo lavorativo, iniziative meritorie per la categoria, alcune delle quali naufragate miseramente.

Nel campo sentimentale il numero delle ragazze con cui "ho intrapreso delle relazioni maggiormente intense" non superano il numero delle dita delle mie mani, una decina. Anche l'arco temporale dedicato alla loro frequentazione si può considerare relativamente breve e limitato, similmente alla gestazione di una donna in stato di gravidanza, è di nove mesi la mia storia più lunga.

E il mio Sé Superiore? Il mio rapporto con l'anima e con Dio? Il mio rapporto con tutti i miei fratelli?

Nato e cresciuto in un quartiere popolare di borgata, chiamato Valle degli Angeli, frequento la Chiesa Cattolica, l'asilo dalle suore salesiane, poi i sacramenti della Comunione e della Cresima, importanti esperienze formative intraprese con il gruppo di Comunione e Liberazione al tempo del liceo, l'oratorio al Don Orione, l'Azione Cattolica, il gruppo ministranti, movimenti parrocchiali e di volontariato.

Negli ultimi anni, successivamente al lutto di mio padre, mi sono chiuso in me stesso, leggendo tanti libri nell'ambito delle Scienze Umane. Fondiamo, insieme a degli amici, un gruppo di autoaiuto e di sostegno psicologico: ENTRA SOLO CHI è + FELICE, di cui il blog che state leggendo adesso e un canale YouTube.

La presentazione che sto facendo, prevede che esprima maggiormente la mia parte emotiva, raccontando degli avvenimenti importanti che ho vissuto, oltre al lutto di mio padre, vorrei porre in evidenza altri due, sintomatici e fondamentali, accadimenti.

La recita della scuola elementare e i vari rifiuti subiti nelle relazioni sentimentali, questi ultimi sono scaturiti, probabilmente, da un eccesso oppure un difetto di decisione nell'intraprendere un rapporto con il sesso gentile, atteggiamento probabilmente condizionato da alcuni episodi, anche familiari, accadutomi nella mia vita. 

La recita della scuola elementare, riguardava uno spettacolo organizzato dalla insegnante del doposcuola pomeridiano, mi ricordo di aver sbagliato l'orario di inizio dello spettacolo e pertanto mia madre ed io giungemmo in ritardo all'evento, inoltre, non facendo parte del gruppo di lavoro del doposcuola non avevo una parte organica nella recita, dovevo fare una comparsa improvvisata, ma considerando il disguido in merito all'orario di fatto non venni considerato. 

Mia madre si mortificò e la cosa mi pesò parecchio in una delusione generale. 

Credo, nella circostanza, che abbiano errato sia gli organizzatori della recita che mia madre nel palesare tale sconforto. Ero un bambino innocente al quale si insinuava prepotentemente il tarlo del rifiuto. 

n.b.

Errare va inteso nel senso di percorso formativo e non di sbaglio fine a se stesso.